Vi avevamo già accennato in un precedente articolo di come il Parlamento Europeo abbia elaborato un documento che intende contrastare in maniera decisiva le emissioni di CO2.
Il testo approvato dal Parlamento Europeo per la riduzione delle emissioni di CO2 delle auto del 40% a partire dal 2030, una percentuale superiore del 10% rispetto a quanto proposto dalla Commissione, rientra negli obiettivi di riduzione dei gas serra sottoscritti dall’Unione europea con gli Accordi di Parigi e che prevedono per il 2030 un taglio 35,3% dei rilascio di gas serra del settore trasporti, unico settore che presenta emissioni in crescita rispetto al 1990 e responsabile del 15% della CO2 emessa nel Vecchio Continente.
Quali sono le misure approvate dal Parlamento Europeo?
All’obiettivo generale del 30% si aggiunge quello intermedio del 20% entro il 2025. L’abbattimento del 20% e del 40% per il 2025 e il 2030 riguarderebbero pure le emissioni di inquinanti, in particolare di ossidi di carbonio (COx) e ossidi di azoto (NOx). Inoltre sono previste nuove direttive per modificare i test (dovrebbero diventare operativi dal 2023) delle emissioni delle auto con rilevamenti in condizioni di guida reale anziché in laboratorio.
La posizione della case automobilistiche
Le misure proposte dal Parlamento Europeo hanno il fine di “incoraggiare gli investimenti nell’infrastruttura sostenibile” come ribadito dalla relatrice del testo Miriam Dalli. Le principali parti oggetto dei provvedimenti, i costruttori, definiscono “irrealistica” la politica dell’organismo europeo. L’Acea, l’associazione dei produttori di auto europei, sostiene che il provvedimento farà crescere i costi di produzione e, di conseguenza, i listini delle auto con un inevitabile danno ai consumatori con ripercussioni anche sui posti di lavoro. Per la commissione invece il problema occupazionale non sussiste: la perdita di 12.000 posti sarà compensata con 69.000 nuovi contratti di lavoro che potrebbero diventare 92.000 se l’Europa punterà a produrre batterie all’interno dei propri confini.
Agire subito
Al di là delle trattative tra Europa e costruttori, il problema va affrontato subito guardando oltre i vincoli e le scadenze decise dai vari organismi.
Il trasporto su strada continua ad essere una delle principali fonti d’inquinamento atmosferico. Un fattore che non riguarda più solo le grandi città come evidenziato da Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente (leggi qui).
Urge un cambiamento immediato che necessita di un impegno costante da parte di tutti: cittadini, istituzioni e case automobilistiche.