Il problema lo viviamo e respiriamo quotidianamente. Da tempo sappiamo che entro pochi anni dovremmo impegnarci per ridurre drasticamente le emissioni di CO2. Proprio in queste settimane il Parlamento Europeo ha votato un provvedimento per il taglio del 40% delle emissioni di CO2 per auto e furgoni entro il 2030.
I costruttori le cui emissioni medie di CO2 supereranno tali obiettivi pagheranno un’ammenda al bilancio dell’UE. Tali fondi saranno destinati ai lavoratori altamente qualificati colpiti da cambiamenti nel settore automobilistico. Le case automobilistiche dovranno inoltre garantire che i veicoli a emissioni zero e a basse emissioni – ZLEV (auto elettriche o veicoli che emettono meno di 50 g CO2/km) abbiano una quota di mercato del 35% sulle vendite di nuove auto e furgoni entro il 2030 e del 20% entro il 2025.
I produttori di auto sono quindi tra i primi ad essere chiamati in causa per vincere questa sfida cruciale per l’ambiente e l’umanità. Due paesi stanno dando una direzione significativa alle proprie politiche ambientali: Danimarca e Israele. Il governo danese ha annunciato che dal 2030 bandirà la vendita di nuove automobili con motori benzina o diesel.
Per il primo ministro Lars Løkke Rasmussen le auto a benzina e diesel dovranno essere il passato; nell’arco di 12 anni come riporta Euractiv “sarà proibita la vendita di nuove auto diesel e benzina, mentre in 17 anni, ogni nuova auto in Danimarca dovrà essere elettrica o a zero emissioni“. L’obiettivo del governo è diffondere in tempi brevi le nuove tecnologie di propulsione con l’ambizioso progetto di raggiungere un parco circolante di almeno un milione di elettriche e ibride entro il 2030 se pensiamo che nel 2017 il mercato danese ha registrato 221.818 immatricolazioni con lo 0,4% di elettriche, ovvero poco meno di 900 auto (fonte Acea).
Ancora più radicale il piano governativo di Israele. Il programma incentrato sulla mobilità elettrica porterà a bandire la vendita delle nuove automobili con motori benzina o diesel a partire dal 2030. A differenza della Danimarca, Israele intende abbandonare totalmente i carburanti fossili (tranne il metano) del quale il Paese mediorientale dispone di svariati giacimenti, che sarà consentito per l’alimentazione dei mezzi pesanti e delle centrali energetiche. Per favorire il passaggio all’elettrico il governo ridurrà drasticamente la tassazione per le auto a zero emissioni e sosterrà economicamente i progetti di realizzazione di stazioni di ricarica che, entro pochi anni, diventeranno più di 2.000. Con questi provvedimenti, il ministro delle risorse energetiche Yuval Steinitz punta a portare sulle strade almeno 177.000 veicoli elettrici nei prossimi sette anni, per poi arrivare, come riportato dalla Reuters, a 1,5 milioni di EV entro il 2030: “stiamo spingendo le aziende a portare auto elettriche in Israele e le compagnie petrolifere a trasformare le stazioni di servizio in punti di ricarica“.
Nelle grandi città e metropoli puntare sull’elettrico e l’ibrido potrà inoltre apportare dei vantaggi per la guida e la sicurezza di milioni di automobilisti: questi modelli dispongono infatti del cambio automatico.
A tal proposito consigliamo a coloro che già dispongono di veicoli con tale modello di trasmissione l’acquisto dell’Excellence.